Wedding photographer Francesco Trondo (francescotrondo). Photo of 5 April
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Alessia e il destino scritto con un matrimonio.

Ci sono storie che non si spiegano.
Si vivono. Si sentono. E poi ti restano dentro.
La storia di Alessia e Davide è una di quelle.
Tutto inizia con una foto. Non la più bella. Non la più studiata. Un semplice dettaglio che scattare una scintilla nel cuore di Alessia.
Inizia a seguirmi su Instagram, sorride e si diverte guardando le mie storie e i miei reel.
Un gioco silenzioso, fatto di sguardi a distanza, di vibrazioni digitali che, chissà come, arrivano dritte al cuore.Un giorno mi scrive per un preventivo.
Ma la data… quella “maledetta” data è già occupata.Sembra finire lì… E invece no.Passano i mesi, il matrimonio si avvicina ma Alessia… non sceglie nessuno.
Come se qualcosa la trattenesse, come se aspettasse.Poi, succede qualcosa che nemmeno oggi riesco a spiegarmi, lei entra su WhatsApp, scorre tra le conversazioni, riapre la nostra orse solo per guardarla, forse per chiedermi qualcosa. Ma sa già che sarebbe inutile.E proprio in quell’istante le compare: “sta scrivendo…”Sì le sto scrivendo io in quel preciso momento.“Ciao Alessia, la coppia che si sposa il giorno del tuo matrimonio ha rinviato tutto di un anno.
Probabilmente è troppo tardi… ma per rispetto, volevo dirti che quel giorno io sono libero.”
Silenzio. Incredulità. Pelle d’oca.
Era destino.
Da quel messaggio, nasce qualcosa che va oltre il semplice rapporto fotografo-cliente, nasce un legame. Forte. Istintivo. Vero.Il giorno del matrimonio, Alessia e Davide mi aprono la porta come si fa con un amico di sempre. Non ero lì per lavorare, ero lì perché dovevo esserci.
Perché era scritto che io fossi parte di quel giorno.E loro… belli, eleganti, veri, anche quando il vino prova a scomporre la scena e a prenderne il controllo.
Lì ho capito, ancora una volta, quanto sia fortunato a fare questo lavoro.
Perché non fotografo solo matrimoni.
Fotografo destini che si incontrano.E quando la vita decide di scrivere certe trame… beh, tutto quello che possiamo fare è viverle.
E amarle.

Grazie Davide.
Grazie Alessia.

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